I Gioielli del Corredo

Gioielli, Cosmesi e Abbigliamento

I Gioielli

In Mesopotamia e nell’ antico Egitto la produzione di oreficerie create con la fusione di metalli preziosi decorate con pietre dure e pasta vitrea era diffusa. Nell’ antica Grecia, invece, non vi era una grande produzione di gioielli, poiché mancava la materia prima; la situazione cambiò nell’ età ellenistica quando l’ espansione verso l’ oriente legata alle imprese di Alessandro Magno determinò l’ arrivo di grandi quantità d’ oro. Ben rappresentata nel mondo antico l'oreficeria etrusca, della quale meritano menzione gli oggetti realizzati con il metodo della granulazione, e quella romana, soprattutto di età imperiale. Nella Magna Grecia in età ellenistica particolare rilievo assunsero le botteghe di orafi che, tra il IV ed il II sec. a.C. realizzarono gioielli di particolare pregio qualitativo, destinati soprattutto all’ornamento femminile, grazie anche alla maggiore quantità di oro e di argento riversata sui mercati mediterranei in seguito alle conquiste di Alessandro Magno in Oriente. La produzione orafa di questo periodo reinterpretava in maniera originale tipologie già in uso sperimentando tecniche innovative nella creazione delle maglie delle collane o nelle varietà di anelli ed orecchini. La creatività degli artigiani si ispirava ai motivi ornamentali dell’oreficeria greca rielaborandoli in maniera originale e con tecnica raffinata. Attraverso l’uso degli smalti si realizzavano gioielli con decorazione policroma con motivi naturalistici, privilegiando alcune forme caratteristiche della produzione locale.

Abbigliamento Femminile

L’ abbigliamento nella Grecia antica non prevedeva un grande lavoro di sartoria, in quanto gli abiti erano costituiti da un semplice drappo in lana o cotone fermato da fibule (spille) in metallo, nastri, bottoni e, in alcuni casi, da cuciture, che, a seconda del gusto personale, veniva drappeggiato sul corpo. Nel IV secolo a.C. nell’area in cui era diffusa la cultura greca - e quindi anche nel mondo apulo - l’ abito più diffuso era il chitone, realizzato in stoffa più leggera e fermato in vita da una cintura, su cui era consuetudine drappeggiare un mantello (himation). Le stoffe erano ravvivate dall’ utilizzo di colori vivaci; l’ abbigliamento era completato da sandali, acconciature, fermagli e nastri, che avevano il compito di evidenziare la bellezza e il fascino di chi li indossava.

Cosmesi

Nell’antica Grecia le donne utilizzavano cosmetici e belletti ricavati da piante, sostanze animali o elementi di origine minerale, oltre agli oli profumati per il corpo. Per trucco del viso si usava un preparato contenente biacca (carbonato di piombo) per sbiancare quanto più possibile l’incarnato, secondo quanto richiedevano i canoni estetici dell’epoca; un tocco di ocra rossa serviva poi a ravvivare gote e labbra. Le prostitute usavano un trucco più appariscente e vistoso, con occhi e sopracciglia sottolineati dal bistro. Sembra che anche alcuni uomini usassero dei cosmetici così come, del resto, era abituale nel mondo maschile l'uso di unguenti e oli profumati. Nei periodi di lutto era proibito fare uso di belletti e gioielli, l’abbigliamento doveva essere rigorosamente privo di colori vivaci ed ornamenti vistosi

I gioielli del Corredo