I Reperti

Il mondo maschile: la guerra e lo sport

Armi e Guerrieri: la cultura Greca

Nel mondo antico lo sviluppo delle città stato, e poi degli imperi determinò il progressivo emergere di una classe sociale, quella dei guerrieri, organizzata in eserciti regolari i cui comandanti appartenevano alle élites aristocratiche che detenevano il potere nelle società arcaiche. Fondamentale nelle più antiche guerre di cui si ha notizia era il ruolo del cavallo e del carro da guerra, usati sia per il trasporto veloce dei guerrieri che in battaglia. In quanto alle armi, in un primo momento gli eserciti si servivano soprattutto di archi e lance, le armi nate nella preistoria per la caccia e usate verosimilmente anche nelle occasionali contese tra società tribali dell’epoca. Successivamente gli armamenti si arricchirono di altri elementi, soprattutto dopo l’istituzione della fanteria. In Grecia l'oplita era il soldato della fanteria pesante. La sua armatura (panoplia) era di tipo difensivo ed offensivo; elmo, corazza formata da due pezzi che proteggevano rispettivamente il torace e l’addome, bracciali, schinieri e scudo costituivano la parte difensiva dell’armamento; per l’attacco il guerriero disponeva di una corta spada in ferro e di una lancia. Il grande scudo rotondo consentiva una difesa più efficace dei reparti (falangi oplitiche) della fanteria nel corso del combattimento. Nel mondo apulo, fortemente permeato dalla cultura greca, le armi rappresentavano un bene di prestigio in omaggio agli ideali aristocratici di virilità, coraggio ed eroismo tipici del mondo maschile dell’epoca, che si esprimevano al massimo grado nelle imprese militari. Le armi sono spesso presenti nei corredi funerari delle culture apule, a volte con esemplari di grande pregio e raffinatezza, a testimonianza del rango del defunto; a volte hanno carattere esclusivamente onorifico, sono armi da parata di nessun utilizzo pratico; in ogni modo testimoniano l’aderenza delle culture indigene agli ideali eroici del mondo greco.

Armi nel mondo apulo

Nel mondo apulo, fortemente permeato dalla cultura greca, le armi rappresentavano un bene di prestigio in omaggio agli ideali aristocratici di virilità, coraggio ed eroismo tipici del mondo maschile dell’epoca, che si esprimevano al massimo grado nelle imprese militari. Le armi sono spesso presenti nei corredi funerari delle culture apule, a volte con esemplari di grande pregio e raffinatezza, a testimonianza del rango del defunto; a volte hanno carattere esclusivamente onorifico, sono armi da parata di nessun utilizzo pratico; in ogni modo testimoniano l’aderenza delle culture indigene agli ideali eroici del mondo greco.

Lo Sport

Si deve alla civiltà greca l’organizzazione delle attività sportive in gare istituzionali legate alla celebrazione di eventi importanti della vita pubblica e religiosa, come nel caso dei Giochi che si tenevano ad Olimpia nell’area del santuario di Zeus, a cui si ispirano le odierne Olimpiadi. L’esercizio fisico era al centro dell’educazione che i giovani greci ricevevano nel ginnasio. Palestre e ginnasi, i luoghi deputati sia all’educazione scolastica che alle attività sportive, erano quindi molto diffusi sia nel mondo greco che nelle aree in cui la cultura greca si era diffusa, specialmente in età ellenistica. Al’interno di questi edifici, oltre al colonnato (peristilio) in cui si svolgevano le lezioni, una sala era adibita alla preparazione degli atleti prima dell’attività fisica. Era uso infatti cospargere il corpo di olio su cui si applicava un velo di polvere per regolare la sudorazione e proteggere la pelle. Ad attività ginniche concluse gli atleti asportavano lo strato di olio e polvere con uno strumento, lo strigile, che compare spesso nel corredo funebre delle culture “grecizzate”, come elemento rappresentativo della preparazione atletica e della condizione sociale del defunto. Anche le donne nel mondo antico potevano praticare attività sportive. L’atletica femminile era riservata a ragazze non sposate e di nascita libera, che potevano partecipare a gare di corsa, di lotta, di lancio del disco e giavellotto. Prima della lotta le atlete, come i loro colleghi maschi, si ungevano il corpo con olio, lo cospargevano di una speciale polvere per combattere il caldo e l’eccessiva sudorazione. Gli atleti maschi gareggiavano nudi, e le donne? Diverse sono le ipotesi in proposito, che nelle gare pubbliche le ragazze indossassero il “chitonisco scisso”, ovvero un corto chitone. Nel caso, invece, di gare rituali a scopo iniziatico-religioso le ragazza correvano nude. Queste gare erano esclusivamente riservate alle donne e infatti non vi erano spettatori.

Lo Sport nel mondo Apulo

Nel mondo apulo già dai primi decenni del V sec. a.C. le aristocrazie indigene avevano assimilato quegli elementi della cultura greca che esaltavano il ruolo dell’esercizio fisico nel determinare lo sviluppo armonioso della virilità. Nei corredi funerari dei personaggi di rilievo, oltre alle armi, compaiono alcuni elementi che si collegano all’attività sportiva, come lo strigile e gli unguentari destinati a contenere l’olio con cui gli atleti si cospargevano il corpo prima delle gare.

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